Sunday, March 13, 2005

Masanobu Fukuoka La rivoluzione del filo di paglia

Masanobu Fukuoka
La rivoluzione del filo di paglia

Questo libro rappresenta un punto di svolta per riavvicinarsi con occhi fiduciosi e non distruttivi alla creazione. Quando Fukuoka parla di quella che chiama l’agricoltura del “non fare”, potrebbe venire in mente Matteo 6,26 “Guardate gli uccelli dell’aria, non seminano, non mietono, né hanno granai, è vostro Padre, quello celeste, che pensa a nutrirli”.

Gli esseri umani lavorano al meglio quando lo fanno per il bene della gente piuttosto che per una “maggiore produzione”. Un’agricoltura completa nutre l’intera persona, corpo e anima. Non si vive di solo pane.





La rivoluzione del filo di paglia
di Piero Flecchia
......... è solo e soltanto, in senso stretto, un libro di tecnologia rurale, ma ove i consigli pratici fossero applicati, porterebbero certamente verso una socialità di tipo anarchico. La rivoluzionaria proposta di Fukuoka è di abbandonare l'aratura e la concimazione dei campi, per una diversa tecnica di controllo delle produzioni dei cereali, mediante la reincorporazione nel terreno di tutto quanto esso produce e l'uomo non consuma. Proposta che Fukuoka pratica sui suoi terreni, nel sud Giappone, da circa trent'anni, e con ottimi risultati. Le rivoluzionarie conseguenze sono immediatamente intuibili: più niente industria chimica dei concimi e meccanica dei trattori, più niente allevamento del bestiame per ricavarne forza lavoro per l'aratura e stallatico, con la conseguente riduzione del tempo lavorativo dedicato alla produzione del cibo a due, tre ore giornaliere, come nelle culture tribali. Fukuoka ha elaborato il suo metodo a discendere dalla filosofia Zen (nata in Cina e poi radicatasi in Giappone, dal combinarsi della spiritualità buddhista e della speculazione taoista), per cui la pratica del metodo comporta la comprensione dei presupposti sapienziali che lo generano e governano. Tutto il Tao si articola intorno a una visione della necessità "panteista" di esistere nella natura: di non porsi come soggetti separati. Ecco perché Fukuoka definisce la sua pratica un'"Agricoltura del non fare": il contadino saggio interviene il meno possibile, e lascia lavorare la natura. Egli afferma: La ragione per cui le tecnologie sofisticate sembrano necessarie è che l'equilibrio naturale è stato precedentemente così sconvolto a causa di quelle stesse tecniche.... Questa logica non governa solo l'agricoltura, ma anche moltissimi altri settori del mondo di oggi. I dottori e la medicina diventano necessari quando la gente si costruisce un ambiente malato. La scolarità istituzionale e la scuola pubblica dell'obbligo non hanno nessun valore in sé, ma diventano necessarie quando l'umanità crea delle condizioni in cui, per tirare avanti, bisogna essere "istruiti"....
Sono tesi che l'anarchia ha già formulato tra otto e novecento, pur su altre basi e per altre urgenze. Questo maestro Zen giapponese ce ne offre una riconferma, ma a un tempo anche una esemplificazione vincente, nell'ambito dei campi da lui coltivati; che non si illude di estendere miracolosamente a tutto il "suo" Giappone, perché - e qui è l'aspetto che ce lo rende ancor più vicino - perfettamente cosciente che il governo di quel paese farà di tutto per impedirlo, non ravvisando nel sistema dell'agricoltura del non-fare, o "agricoltura naturale", alcun accrescimento di potenza. Il testo de La rivoluzione del filo di paglia ha l'inconveniente della doppia traduzione: in sé non grave, ma anche il grave inconveniente di una traduzione in inglese, stando alle note esplicative di quel tradotto, poi volte in italiano condotta senza una reale comprensione dell'importanza del ruolo dello Zen nel metodo. Non si diventa agricoltori alla Fukuoka senza comprenderne in primis le ragioni spirituali. Però la forza del pensiero di quest'uomo è tale che la sua scrittura suona ugualmente forte e rivoluzionaria: una frequentazione da non mancare ma con la coscienza che la trascrizione sulla pagina può solo molto lontanamente rendere le ragioni morali ed ideali che la ispirano..................